Il lignaggio di Altroove
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Il lignaggio di Altroove


La scelta di una scuola e di un percorso formativo e trasformativo costituisce un passaggio fondamentale nella nostra biografia. E’ il momento in cui scegliamo di dire Si a noi stessi e al nostro impulso evolutivo e creativo. Diciamo Sì al nostro futuro migliore, ovvero al nostro processo di infuturamento.


Per permettere alle persone di scegliere consapevolmente il proprio percorso, ho scelto di descrivere più nel dettaglio il “lignaggio” di maestri e insegnanti che mi hanno accompagnato, passo per passo, fino a essere quello che sono. Tutti loro sono inscindibilmente connessi al cuore di Altroove. Anche per questo, queste righe sono l’occasione, per me preziosa, per onorare i miei maestri e riconoscere ed esprimere pubblicamente la mia più sincera gratitudine a tutti loro. Essi sono stati la via per il mio infuturamento, la via per divenire più pienamente me stesso.


Per la cultura orientale, il concetto di lignaggio è fondamentale e tenuto in altissima considerazione. Nel buddismo, il lignaggio è un filo ininterrotto di insegnamenti e di iniziazioni che connette l’allievo al Buddha stesso, attraverso i maestri che si sono succeduti: una linea continua, mai interrotta, che procede da cuore a cuore fino alla Sorgente. Questo conferisce forza, vigore e autenticità all’insegnamento.

Solo oggi mi rendo conto di quanto sia essenziale per chi si avvicina a una scuola avere consapevolezza del lignaggio da cui proviene. Questo scritto cerca di porre rimedio a una mancanza. Anch’io, come dice Edgar Morin creo il cammino, percorrendolo: "Caminante no hai camino, se hace camino al andar”. Nonostante questo vuoto, molte persone mi hanno onorato della loro piena fiducia in questi anni, a dimostrazione che il lignaggio innanzitutto si trasmette cuore a cuore, più ancora che con le parole.


Le Costellazioni

Ho avuto modo di studiare le Costellazioni sistemiche e familiari attraverso la trasmissione e l’esempio di numerosi insegnanti illuminati, che ho amato profondamente e verso i quali provo una gratitudine impossibile da esprimibile a parole.


Il mio primo contatto con le Costellazioni è avvenuto circa vent’anni fa, attraverso l'istituto milanese ISKON, un vero e proprio laboratorio di studio e ricerca avanzata sulle costellazioni sistemiche. E’ in quell’ambito che ho riconosciuto il mio grande amore per questo approccio, un amore che da allora non ha mai smesso di crescere di anno in anno.


Federico Pagni e Charlotte Gotz sono stati gli insegnanti nel mio primo percorso di formazione in Costellazioni e Coaching Sistemico. Da loro ho imparato il metodo, la creatività e la duttilità di utilizzo delle costellazioni nei più svariati ambiti oltre che la bellezza della contaminazione con approcci e stili diversi.

Grazie a loro ho potuto godere degli insegnamenti di due grandi maestri, che hanno influito profondamente nella mia modalità di essere e di lavorare.

Steve de Shazer, innanzitutto, fondatore del Solution Focus Work, un approccio positivo alla vita e al lavoro orientato alle soluzione e non al problema, che non ho mai più abbandonato. Ho ritrovato la medesima filosofia di base nell’approccio buddista sintetizzato dalla massima: portare il risultato nel percorso. Come spesso accade, nessuno inventa davvero nulla, tutt’al più lo riscopre. Il secondo, è Mathias Varga von Kibéd - brillante professore di logica - che con le sue Costellazioni Strutturali ha applicato modelli filosofici alle costellazioni, spalancando la mia mente alle infinite declinazioni di questo insuperabile metodo. Il triangolo dei valori, il tetralemma negato, la costellazione del problema, del tema nascosto e molto altro sono strumenti che non ho mai più abbandonato e che sono oggi parte integrante dei nostri percorsi di formazione.


Successivamente, è arrivato l’incontro con l’amico e maestro Attilio Piazza, all’epoca rappresentante di Bert Hellinger in Italia e certamente il più autorevole esponente del mondo costellativo nel nostro paese. Non mi è davvero possibile racchiudere in poche parole la gratitudine e l’importanza degli insegnamenti ricevuti da Attilio: vanno molto oltre ciò che può essere detto e continuano ancora oggi, nonostante Attilio abbia lasciato il corpo. Certamente il percorso di counseling al Centro Studi Hellinger (poi diventato Centro Studi Piazza) e le collaborazioni sviluppate successivamente sono state pietre miliari nel mio percorso di counselor e di uomo.

Riesco ancora a riconoscere distintamente in me i semi lasciati dai numerosi insegnanti che si sono susseguiti in quel magico periodo: Victoria Sneh Schnabel che mi ha folgorato con le Costellazioni del Caos; e ancora Guni Baxa con le Costellazioni Strutturali, Ramatirta e la sua qualità esemplare di presenza.

In tutti questi vent’anni, Bert Hellinger è sempre stato “il riferimento”. La sua energia è stata molto presente nella mia formazione, non solo per i seminari svolti, ma per il costante nutrimento arrivato attraverso le parole di Attilio e degli altri insegnanti oltre che i numerosi testi, divorati tutti con grande voracità.

Ora che a mia volta insegno questo metodo - che per me non è solo un metodo ma una via spirituale da ogni punto di vista - sento la presenza di tutti loro alle mie spalle: li vedo sorridere, avvolti in una grande luce, quella della Sorgente da cui tutto questo immenso e antico Sapere proviene.


La via somatica

Oltre alla via fino a qui descritta, altri due percorsi formativi hanno trasformato profondamente il mio modo di essere e di lavorare. Somatic Experiencing, un percorso elaborato da Peter Levine per la risoluzione dei traumi. Le intuizioni di Peter Levine hanno contribuito in modo fondamentale a sviluppare quell’approccio profondo e gentile che caratterizza il nostro stile di costellare. La capacità di dialogare con l’aspetto somatico del cliente, la risonanza con il suo sistema nervoso, l’attenzione alle risorse disponibili ci permette di lavorare con il cliente mantenendolo sempre in uno stato di autoregolazione. A questo percorso, si è aggiunto Integral Somatic di Raja Selva che aggiunge alla dimensione somatica, un lavoro profondo sulle energie sottili e sui chakra, con il fine di sciogliere per via somatica blocchi e congelamenti, permettendo alla forza vitale di scorrere liberamente.

Le vie spirituali

Arrivato a questo punto, devo ammettere che questa è solo una parte della storia. Ci sono altre influenze fondamentali del cammino alle quali devo molto, sia in termini di maturazione personale che di intuizioni preziose per il lavoro costellativo. Sono le vie spirituali che mi hanno accompagnato fino a qui e verso le quali sento il bisogno di maggiore riserbo. Accenno solo alle correnti principali che hanno caratterizzato questa ricerca iniziata molto presto, e che mi ha portato a incontrare il cristianesimo delle origini (i padri del deserto e la Filocalia); successivamente, l’antroposofia di Rudolf Steiner e, in particolare, la via di Massimo Scaligero, per poi approdare al buddismo Zen, nel lignaggio del maestro Taiten Guareschi e poi al buddismo Vajraiana nel lignaggio di Lama Ganchen e Lama Michel Rinpoche.


Dove è iniziato tutto?

Credo di avere imparato l’approccio sistemico e una certa visione del mondo molto precocemente, grazie all’esempio di una persona in particolare: mio padre. Nutro profonda gratitudine nei suoi confronti, innanzitutto, per il suo modo di essere: garbato, da persona di altri tempi. Mi ha permesso di apprendere attraverso l’esempio cosa significhi “sospendere il giudizio” e ad adottare uno sguardo ampio e sistemico sulle cose. In secondo luogo, lo ringrazio per una gesto, in particolare: quando avevo 7-8 anni mi leggeva il Gabbiano Jonathan Livingston di Richard Bach. E’ un libro che mi è sprofondato nel cuore, a cui devo l’inizio della mia ricerca.

E ora, visto che il meglio deve ancora venire, rimango aperto al futuro che mi aspetta, come un bimbo che sta scartando un regalo e non vede l’ora di sapere cosa c’è dentro.







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